In Venezuela esiste una grandissima emergenza sanitaria
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Moribondo, tecnica mista su carta - Gianluca Salvati 2005 |
La Lombardia è
pronta a dare il suo aiuto, ma è necessario fare un censimento per
capire la vera portata del problema sanitario, includendo anche gli
italiani senza cittadinanza.
di Piero Armenti - La Voce d´Italia -
CARACAS, febbraio 2005 -
Ë durata solo pochi giorni (dal 7 al 12 febbraio) la visita di Daniele Marconcini
a Caracas, ma sono stati giorni intensissimi, di incontri fitti con
esponenti della diplomazia italiana (si sottolinea il pranzo a casa del
Console Generale Fabrizio Colaceci), con imprenditori, e con esponenti
delle varie associazioni della comunitá italo-venezoelana. Una full
immersion, per portare a termine una missione che Marconcini stesso
definisce "semplicemente esplorativa", in cui è riuscito a confermare le
proprie sensazioni: la comunitá italiana in Venezuela è una comunitá
preoccupata ed in parte scontenta. Daniele Marconcini, Presidente
dell’Associazione Mantovani nel Mondo, non è sicuramente uno alle prime
armi, ha trascorso una vita impegnandosi nel mondo dell’emigrazione e
della politica (come dirigente prima nel PCI e poi nei DS), emigrazione e
politica, dicevamo : un binomio strano, pericoloso se i rappresentanti
di questi due pianeti inseguono obiettivi diversi, ma che appaiono
coincidenti a parole. Daniele Marconcini questo lo sa, e qui in
Venezuela è venuto nella sua doppia veste, come rappresentante del mondo
dell’emigrazione in generale, ma soprattutto come delegato della
Regione Lombardia ( piú precisamente rappresenta la Consulta
dell’Emigrazione del Consiglio Regionale lombardo). E’arrivato su invito
di Gianni Cappellin, presidente dell’Associazione dei Lombardi in
Venezuela, per mandare innanzitutto un messaggio ben preciso: la
Lombardia è pronta a rispondere ai bisogni degli italiani in Venezuela, e
a farlo dall’alto della propria posizione privilegiata: è la regione
d’Italia piú ricca, un terzo del Prodotto interno Lordo ( Bruto) di
tutto il "Bel Paese" proviene da lí. Le sue parole sono intrise
soprattutto di spirito pratico (tipico "lumbard"), né sofismi né giri di
parole ,è una lunghezza d’onda, la sua, ben chiara, su cui si
sintonizza a perfezione la pragmaticitá italovenezolana.
d- Cosa ha fatto in questi giorni?
- Sto incontrando
tutti gli organismi che rappresentano la comunitá italiana, per cui ho
incontrato l’Ambasciatore il Console, gli Imprenditori. Mi sto facendo
un’idea su cosa possa fare la Lombardia e la prima cosa che ho notato è
che in Venezuela esiste una grandissima emergenza sanitaria, quindi noi
rispetto a questo riteniamo che si debba attuare urgentemente un
censimento su tutti coloro che si trovano in uno stato di indigenza"
d- Eppure l’Ambasciatore non sembra dello stesso avviso, la Comunitá italiana sembra stare in ottima forma.
- Su questo non
sono d’accordo. La veritá è che non ci sono dati affidabili. Abbiamo
verificato che attualmente c’è un intervento di sostegno limitato alle
persone di passaporto italiano, per cui secondo i nostri dati sono
assistite solo 1000 persone, ma non abbiamo nessun dato sull’emergenza
sanitaria che colpisce la comunitá dei discendenti. E’ evidente che
l’impegno deve essere anche rispetto ai discendenti, visto che negli
anni settanta molti italiani hanno perso la cittadinanza per poter
lavorare qui in Venezuela, ma non per questo hanno smesso di essere
italiani.
d- Non potrebbero essere riaperti i termini per riacquisire la cittadinanza?
- Per il momento
non sembra esserci questa possibilitá. Proprio per capire allora quale è
l’effettiva portata dell’emergenza bisognerebbe monitorarla, fare un
censimento, capire magari anche quanti sono gli italiani che hanno perso
la cittadinanza ma sono bisognosi di aiuti, è necessario che i
rappresentanti del Venezuela nel CGIE chiedano che venga immediatamente
attivato un fondo di sostegno socio-assitenziale per il Venezuela al
quale potrebbero dare un loro apporto le regioni.
d- Quale potrebbe essere il contributo della Lombardia?
- La regione
Lombardia, per esempio, patrocina gemellaggi, come quello appena firmato
con l’ospedale di Rosario in Argentina. L’idea è quella di obiettivi
nazionali a cui le regioni possono dare il proprio contributo
d- Che tipo di interventi nel settore sanitario potrebbero aiutare la comunitá italiana?
- Innanzitutto
bisognerebbe verificare chi sono coloro che non possono pagarsi una
assicurazione sanitaria, e poi studiare la possibilitá di appoggiare
economicamente i progetti.
d- Ad esempio?
- Ad esempio
nell’aria di Valencia c’è un progetto per costruire una clinica
polifunzionale per italiani, nelle cui strutture potrebbe trovare
accoglienza anche la popolazione venezuelana, un altro esempio: abbiamo
un’altra fondazione chiamata Oasis che vuole creare una sede
ambulatoriale. Basta guardare in profonditá, per vedere che ci sono una
serie di iniziative ottime, che peró vengono svolte senza un
coordinamento, e senza il sostegno delle autoritá italiane. Inoltre ho
potuto appurare che allo stato attuale arrivano per le associazioni, a
sostegno degli indigenti, contribuiti di circa di 120-130 mila euro:
sono cifre inconsistenti rispetto all’emergenza.
d- Oltre problema sanitario,quali sono le altre prioritá?
- La seconda
questione che bisogna analizzare è quella della salvaguardia
dell’imprenditoria italiana qui presente, il 60% dell’imprenditoria
locale é di origine italiane. Ho visto che, al di lá dei giudizi sul
governo attuale, la comunitá italiana si sente pesantemente condizionata
dall’attuale situazione politica, quindi le sue richieste sono chiare:
garanzie dal governo venezuelano per mantenere la propria presenza sul
territorio.
d- Le sembra che ci sia un particolare accanimento contro l’imprenditoria italiana?
- No, ma in
generale vi è una profonda sfiducia per la propria sicurezza personale, e
il governo italiano dovrebbe intervenire per verificare una maggior
salvaguardia della comunitá italiana. Le stesse sedi diplomatiche
dovrebbero cambiare atteggiamento: ritengono di poter svolgere la loro
azione solo verso cittadini italiani, o imprese che hanno sede in
Italia, noi riteniamo che dovrebbero essere ricomprese anche i cittadini
italiani che hanno perso la cittadinanza.
d- In che modo il governo potrebbe essere d’aiuto?
Si dovrebbe
aprire un tavolo di confronto tra le esigenze che pone il governo
Chavez, legittimamente eletto , e le esigenze che pone la Comunitá
italiana. Ci auguriamo che il Presidente Chavez prima o poi arrivi in
Italia e che su un tavolo di governo si esamino le opportune ipotesi.
Bisogna tener conto che qui la imprenditoria italiana è medio-piccola,
ed é verso questa realtá che vanno concentrati gli sforzi istituzionali e
diplomatici. Perché in fondo la imprenditoria italiana in Venezuela è
la comunitá italiana stessa.
Piero Armenti//La Voce d´Italia
Copia della Lettera inviata dal Presidente Marconcini alla Regione Lombardia
Alla cortese attenzione del Presidente del consiglio Attilio Fontana
e p.c.
Al Presidente delegato della Consulta dell'Emigrazione Marcello Raimondi
All'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale Lombardo
Ai Gruppi Consiliari della Regione Lombardia
Signor Presidente come puo' vedere dalla rassegna stampa, i problemi in
Venezuela per la comunita' lombarda ed italiana sono seri e complessi.
Questo dovrebbe portarci ad unire sempre più le forze come mondo
lombardo ed italiano all'estero, rafforzando il loro rapporto con le
istituzioni nazionali e regionali. La nostra comunità, considerata
generalmente su posizioni antigovernative, ha una posizione critica sul
Governo Chavez non in forma preconcetta ma basata su fatti concreti,
soprattutto sulla eccessiva concentrazione del potere politico ed
economico nelle mani del governo e sull'assenza di una vera e propria
opposizione, la quale nonostante la protesta di piazza degli ultimi
anni, non riesce ad esprimere ne' un leader ne' una seria alternativa al
Chavez. Una situazione che sta creando elementi legislativi inquietanti
sia sulla libertà d'impresa, sulla libertà di stampa che che sulla
proprietà privata (non quella dei latifondi per intendersi). Questo con
una militarizzazione evidente della società venezuelana con un modello
di controllo sociale "cubano" (ben 26mila i cubani sono presenti nel
paese nei Comitati di quartiere e di Circoscrizione) e una pressochè
totale assenza dell'Europa e dell'Italia nei vari progetti di sviluppo
del paese. Detto questo dobbiamo,a mio avviso, discutere principalmente
sui fatti e sulle esigenze della comunità italiana e lombarda, evitando
giudizi ideologici e semplicistici e su questi dare un parere. Può darsi
che alla fine questo governo faccia bene ma per poterlo affermare,
servono risposte positive ed urgenti che la comunità italiana non ha
ancora avuto. Una comunità che vive nella paura,un dato di fatto anche
questo indiscutibile. Una sindrome "libica" che si sta impadronendo dei
nostri italiani preoccupati di perdere tutto da un giorno all'altro. Una
situazione minimizzata dalle nostre rappresentanze diplomatiche nel
paese con una prudenza che appare ai più, un'assenza ingiustificata nel
rappresentare le esigenze della Comunità presso il Governo italiano. La
comunità italiana rappresenta il 60% della piccola e media impresa
venezuelana. Un effetto certamente esasperato dallo scontro politico
causato da tre anni di manifestazioni di piazza e dal referendum
revocatorio indetto dall'opposizione per costringere alle dimissioni
l'attuale Presidente della Repubblica Chavez. Fatto che, forse, non ha
consentito gli approfondimenti democratici dovuti creando forme di
autodifesa da parte del governo insediato che stanno ingessando la vita
pubblica e sociale del paese. Ora però Chavez ha vinto il referendum e
questo non può essere dimenticato. Egli può governare sino alla fine del
suo mandato legittimamente. Per questo ora è arrivato il momento del
dialogo e del confronto nelle sedi più appropriate che per quello che
riguarda la nostra comunità non possono che essere istituzionali. Un
approfondimento che non può più essere dilazionato da parte di tutti :
istituzioni e componenti sociali. Le faccio presente nel concludere, la
necessità di tutelare le imprese lombarde ed italiane presso il nostro
Governo con un riconoscimento nel futuro Statuto della Regione della
cosiddetta "mobilità lombarda nel mondo", elemento di recente novità
radicatisi negli ultimi decenni che si aggiunge alla tradizionale
emigrazione di fine secolo e degli anni '50. Una presenza importante che
meriterebbe una specifica legislazione di sostegno, favorendo un
rapporto sempre più stretto con l'imprenditoria lombarda.
Certo di un suo riscontro presso le sedi competenti,porgo i miei più cordiali saluti.
Daniele Marconcini
Presidente dell'AMM
Rappresentante del Consiglio Regionale Lombardo
nella Consulta dell'Emigrazione
In Italia esiste una gravissima emergenza legalità
Documento
ottenuto illegalmente, dopo più di un mese di clandestinità, tramite
corruzione di Pubblico Ufficiale e in assenza di registrazione alla
Camera del Lavoro. Per non parlare delle difficoltà affrontate in Italia
per ottenere il riconoscimento del punteggio maturato e dell'affannosa
quanto inutile ricerca dei legittimi contributi
maturati in quegli anni di lavoro al limite dello sfruttamento.
Nonostante fossi stato convocato da una funzionaria del Ministero degli Esteri, Anna Grazia Greco, mi sono ritrovato stranamente senza contratto e in fin di vita (dic. 2004)
Ora, quel contratto non è mai arrivato, né una parvenza di
regolarizzazione, come hanno dimostrato le sentenze del Tribunale di
Caracas. Né mi risulta una presa di posizione in mio favore da parte
dell'Istituzione da cui ero stato convocato. Al contrario, nel 2008, alcuni infami di quella stessa istituzione normalmente chiamata Farnesina, hanno osato mettere in dubbio il mio equilibrio psichico.
Da che base partisse questa diffamazione istituzionale, non è dato saperlo. Mistero al ministero. Credevo che questi sistemi fossero propri dei regimi reazionari, le tristemente rinomate dittature. Ho avuto tempo e modo per ricredermi.
Anche se ritengo di aver subito delle vere e proprie ingiustizie, voglio essere superiore e lanciare un messaggio di distensione a questa gentaglia.
In fin dei conti, come hanno cercato di convincermi gli indottrinatori al catechismo, bisogna amare i propri nemici come se stessi, o qualche minchiata simile.
E allora voglio dire a quegli inservienti di regime al soldo del Ministero degli Esteri e a qualche mummia in avanzato stato di decomposizione che li ha diretti:
"... y todavia, todos ustedes me lo chuparon..."
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ad Anna Grazia Greco, olio su tela 1996 - Gianluca Salvati |