Caracas, 27 agosto 2008 - Data la situazione poco amichevole
che trovai in quei giorni, decisi di anticipare la partenza per
l'Italia. Così, dopo aver provato senza successo alla sede
dell'Alitalia, mi recai al Consolato Generale di Caracas, reame di Anna Grazia Greco.
Era un mercoledì
mattina verso le 8, dunque il consolato non era aperto al pubblico. Alle
10 avevo appuntamento con una ex-collega in un bar di Chacao: lo stesso
quartiere dove si trova il consolato. Per puro caso, recandomi al
consolato, avevo assistito dal taxi a una scenetta molto istruttiva: la
conoscente che dovevo incontrare parlava con una personcina di mia
conoscenza: la señora Baffone con la sua tirapiedi. La señora Baffone, Adline Borges, era la factotum della giunta Codazzi. Assieme a Minerva Valletta, formavano le gemelline dell'intrigo.
La foto qui allegata, appunto, dimostra, casomai ce ne fosse bisogno, che io la conoscevo bene.
la señora Baffone, Adline Borges, omologa di Minerva Valletta |
Per l'animosità
che dimostravano la señora Baffone e la mia ex collega, non lasciavano
molti dubbi sul tipo di sorpresa che avrei ricevuto in quel bar di
Chacao quella mattina: ad occhio e croce avrei detto che stessero studiando il modo migliore per farmelo andare di traverso, quel caffé...
In portineria
chiesi della dott.ssa Greco, Anna Grazia Greco. Il custode sembrò disponibile, chiese il
mio nome e parlò al citofono. Mi rispose che la dottoressa era impegnata
al telefono e dovevo attendere il carabiniere per il mio caso. Tradotto
in italiano: la dottoressa Anna Grazia Greco non voleva vedermi.
Quando giunse il
carabiniere in consolato, col suo scooter, sembrava il console in
persona per com'era rilassato. Appena parlò col custode, però, gli si
stravolse la faccia.
Potei cogliere la sua espressione in pieno, perché,
dandomi le spalle, in quel momento si era girato per guardarmi.
Il carabiniere
salì in consolato. Quando tornò, impettito, in uniforme, si diresse
verso di me che attendevo fuori dal cancello.
Mi presentai, gli
spiegai della causa vinta contro la Giunta del Codazzi e delle
situazioni che mi stavano accadendo in quei giorni. Gli dissi che volevo
anticipare il rientro in Italia. L'appuntato, dopo avermi ascoltato, mi
rispose che non avevo elementi per le mie affermazioni. Secondo lui,
avrei dovuto riportare qualche segno tangibile, come ferite o altro...
Disse che lui stesso era stato attraccato (=rapinato) diverse volte perché “... è il paese che è pericoloso...”.
Inoltre, aggiunse che il consolato non è un'agenzia di viaggi, dove
potevo cambiare le date dei voli a mio piacimento.
A un certo punto gli dissi: “...e se questi figli di puttana mi stanno preparando uno scherzetto?”, riferendomi a quei farabutti della Giunta del Codazzi in combutta con la Greco, gli si stravolse nuovamente la faccia e questa reazione fu più eloquente di quanto potesse immaginare.
A un certo punto gli dissi: “...e se questi figli di puttana mi stanno preparando uno scherzetto?”, riferendomi a quei farabutti della Giunta del Codazzi in combutta con la Greco, gli si stravolse nuovamente la faccia e questa reazione fu più eloquente di quanto potesse immaginare.
Chiesi della Greco. Mi disse che era in riunione col console (questa scusa la conoscevo già).
Certo, non potevo obbligarla a ricevermi, anche se costei mi aveva chiamato personalmente (settembre 2004)
per insegnare al Codazzi. E non si era mai preoccupata per i
professori: l'unico professore proveniente dall'Italia a vantare un
contratto nel primo anno di insegnamento era un suo amico. In quel momento, quel mercoledì mattina, non pretendevo niente, potevo ben capire la sua frustrazione: non si aspettava che mi presentassi in consolato, sapendo che dovevo andare in quel bar di Chacao... Non a caso.
Non è necessario scaldare la poltrona di un ufficio diplomatico per elaborare correttamente
le informazioni: che ci fosse il suo zampino dietro quell'incontro lo
sapevo dalla sera prima, quando la mia ex-collega mi diede
l'appuntamento. Ora ne ricevevo la conferma. Punto.
Gianluca Salvati
p.s. Non andai all'appuntamento in quel bar, ma avvisai comunque la mia conoscente
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