Il 31 marzo del 2005 si tenne il Collegio dei Docenti alla
scuola italiana Agustin Codazzi di Caracas. Era il primo incontro dopo la
visita ufficiale della commissione ministeriale capitanata dal pagliaccio di
Stato, Paolo Scartozzoni.
Un collega, uno che credevo mio amico, era appena rientrato
in Italia, cosicché rimanevo l’unico docente ad aver mosso delle critiche a
quella gente che parlava a nome del Ministero degli Affari Esteri. Mi sentivo a
disagio, ma non essendo uno che molla facilmente, sarei comunque rimasto lì
fino all’ultimo.
Se avessi avuto altri motivi di lamentela, mi sarei fatto
sentire ancora.
Quel giorno però me ne stavo defilato, per quello che si può
in un aula dove i banchi sono sistemati a ferro di cavallo. Non avevo
voglia di parlare.
Durante la riunione, la Greco (Anna Grazia, la fuorilegge)
fece un’osservazione sul professore che era mio coinquilino e insegnava
francese ed italiano: “...per il prossimo anno dobbiamo togliere di mezzo
qualche ora di francese...”, disse la Greco.
Il prof diede una risposta assai curiosa: “Basta che non
togliamo di mezzo il professore di francese...”, sbottò, arrossendo come un
peperone. E dato che il collega aveva il naso a forma di peperone, il quadro
era completo...
Nonostante l’involontario aspetto comico, il prof aveva
risposto in maniera assai strana. Il tipo era un pompiere nato, il primo
ad allinearsi alle scelte di quella gentaglia del Codazzi: lo vedevo sempre
parlottare con qualcuno, così gli dicevo che aveva sbagliato mestiere, anziché
insegnare doveva darsi alla politica.
La Greco non accolse la battuta polemica del collega e
continuò con le sue disposizioni.
Ad un certo punto, ci fu l’intervento di una collega, una
vecchia cariatide che aveva lavorato per il Consolato Generale di
Caracas. Costei lanciò una proposta che riguardava il prof di informatica, il
sig. Fabrizio, fidanzato ufficiale della Greco.
Il tipo veniva dall’Italia come noialtri senza contratto, ma
vantava un mega contratto, direi una roba spaziale: comprensivo
di biglietto aereo pagato ogni mese, perché il sig. Fabrizio si fermava per
pochi giorni, poco più di una settimana alla volta. Poi aveva un mega albergo,
sempre previsto nel contratto ed amenità di questo genere...
Anche la Greco, d’altronde, prima di prendere casa ha passato
un lunghissimo periodo, forse un anno, nel miglior hotel di Caracas il Melià.
Tutto a spese del contribuente.
Per la gioia di chi le tasse le paga.
Tornando al Fabrizio, nonostante il trattamento di favore, a
mio avviso non era una persona da invidiare. A parte lo stomaco che doveva
avere per stare con la Greco, dava l’idea di una persona infelice. Ad ogni modo
mi avrebbe fatto piacere sapere che lavorasse anche lui. Così approvai la
proposta. Che fu approvata all’unanimità o quasi.
Col risultato che ci toccò fare del lavoro extra. A me
sicuramente.
Mentre il tipo della Greco non presentò alcun documento.
La mummia, colei aveva lanciato la proposta riguardo al tipo della Greco, più o meno un anno dopo, si rivolgerà al giornale fascista La Voce d'Italia, nella persona della signora Marisa Bafile, sua conoscente, per far scrivere questo articolo dal taglio decisamente denigratorio. Specie se valutato dalla prospettiva di chi, senza contratto, non viene pagato per quattro mesi, come scriverà Enrico De Simone, in un trafiletto di risposta (tanto per non inimicarsi M).
La mummia, colei aveva lanciato la proposta riguardo al tipo della Greco, più o meno un anno dopo, si rivolgerà al giornale fascista La Voce d'Italia, nella persona della signora Marisa Bafile, sua conoscente, per far scrivere questo articolo dal taglio decisamente denigratorio. Specie se valutato dalla prospettiva di chi, senza contratto, non viene pagato per quattro mesi, come scriverà Enrico De Simone, in un trafiletto di risposta (tanto per non inimicarsi M).
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